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Perché chiedere "la fine della pesca" ?
Perché i pesci e gli animali invertebrati acquatici senzienti non sono mai considerati individui;
Perché non sono assolutamente protetti;
Perché costituiscono la quasi-totalità degli animali che sono catturati ed uccisi per farne cibo, per gli uomini o per gli animali di allevamento.
Perché restano i grandi sconosciuti del pubblico ed i grandi dimenticati delle campagne in favore dei diritti degli animali.
La Giornata Mondiale per la Fine della Pesca chiede l'abolizione della pesca e degli allevamenti ittici, e riguarda i pesci, i crostacei ed i cefalopodi.
La pesca comporta migliaia di miliardi di vittime
Migliaia di miliardi di pesci , cefalopodi e crostacei sono uccisi ogni anno1.
Rispetto agli animali terrestri i pesci e gli invertebrati acquatici sono ancor meno considerati. I metodi di cattura e l'uccisione applicata agli animali acquatici sarebbero considerati spesso come criminali se fossero esercitate contro animali terrestri: un gran numero di animali acquatici agonizzano all'aria per ore, o vengono dissanguati ed eviscerati ancora coscienti, o sono rigettati moribondi in mare. Altri ancora muoiono letteralmente esplodendo a causa della decompressione quando le reti risalgono da una grande profondità, ecc. in quanto agli animali prigionieri della maggior parte degli allevamenti ittici, vivono in condizioni (promiscuità, parasitoses, malattie), peggiori di quelle degli allevamenti di galline in batteria.
L'abolizione della pesca e degli allevamenti ittici è una precedenza morale, a causa del numero incommensurabile degli individui coinvolti e per l'importanza dei torti che subiscono.
I pesci sono resi invisibili
Per il fatto che non vivano nel nostro ambiente naturale terrestre, che non siano dei mammiferi come noi, che non manifestino le loro emozioni con mimiche facciali né con grida, questi animali sono particolarmente vittime dello specismo: poiché non ci somigliano, non c'identifichiamo in essi né a quanto subiscono, sottovalutiamo la loro capacità a soffrire di provare piacere, come le loro capacità cognitive e sociali. Non c'interessiamo ad essi, né ai metodi di cattura o di allevamento che portano i loro corpi morti sui banchi dei pescivendoli o nei prodotti finiti della grande distribuzione.
È proprio la loro invisibilità che rende necessaria una giornata specifica dedicata al rifiuto del loro sfruttamento.
La pesca non é necessaria
Noi non abbiamo bisogno di consumare dei pesci od altri animali per vivere in buona salute. E' possibile nutrirsi in modo salubre senza partecipare alla carneficina. La riconversione delle attività ed alla relativa occupazione legate alla pesca può essere concepita e messa in opera ed incentivata con misure e strumenti economici
Un'esigenza di giustizia
Tutte le società sono concordi nell'affermare che non dobbiamo far soffrire né uccidere animali senza necessità. Ora, mangiare dei pesci ed altri animali non è un necessità - questo è riconosciuto oggi da tutti. Considerata la vastità dei torti che facciamo loro subire, dobbiamo cessare il loro sfruttamento dunque e dobbiamo mettere fine al loro sterminio. Non possiamo giustificare la schiavitù e l'assassinio degli altri animali per consumare la loro carne.
Analogamente come per la rivendicazione di chiusura dei macelli, la domanda di abolizione della pesca e degli allevamenti ittici soddisfa un'esigenza di giustizia: riguarda miriadi di individui che soffrono martirii e/o agonie spaventose mentre, come tutti gli esseri senzienti, dovrebbero vedersi riconoscere dei diritti fondamentali: diritti a non essere privati di libertà, a non essere torturati, a non essere uccisi.